03.02.2016
(gmajo) – Più o meno un’ora fa, ieri, martedì 2 febbraio 2016, ci sono state le esequie di mia mamma Leide, doloroso e inevitabile appuntamento al quale sono arrivato non da solo – e non solo con mio fratello, Massimo, sua moglie Cristina e i due nipotini, che sono i figli che non ho, Chiara e Pietro, parimenti provati dalla gravissima perdita, così come i nostri parenti, arrivati anche da lontano – ma con il conforto di quelle che avevo già avuto modo di definire le mie famiglie allargate, e cioè StadioTardini.it, con tutti i suoi lettori, e il Parma Calcio 1913, in tutte le sue essenze, dalla proprietà, alla dirigenza, allo staff tecnico, ai calciatori, ai dipendenti e collaboratori tutti (con il presidente Scala assieme a Minotti e al caro Fulgoni presenti nella Chiesa di Santa Maria Immacolata) ai colleghi giornalisti, addetti ai lavori e ai tifosi, compresi quelli con i quali in passato c’era stata qualche divergenza. Un sostegno determinante a riempire, almeno in parte, la voragine che si è creata, ma un qualcosa di più di un semplice filo d’erba cui restare attaccati. Poter aprire il cuore con qualcuno ha contribuito a superare meglio le ore del distacco terreno, limitando al minimo le vistose emozioni, peraltro deflagrate clamorosamente, del resto come sapevo sarebbe avvenuto, proprio durante il rito officiato da Don Francesco, e in particolare nei canti e ascoltando il ricordo alla fine di uno dei concelebranti, Don Marcello Benedini, “discepolo” della “Chiari”.
Mi ha fatto piacere rivedere alcuni dei suoi scolari, che poi sarebbero anche diventati miei compagni di classe, raccogliendo nuovi e vecchi aneddoti di quando la mamma era dietro la cattedra, là alle Orsoline. “Ordine e disciplina”, era il suo benvenuto, che poteva sembrare autoritario, ma che invece era autorevole, come ha ben distinto una sua allieva che ha postato il proprio ricordo nelle scorse ore nello spazio commenti di StadioTardini.it. Stamattina, prima di iniziare a comporre questo scritto, me li sono riletti tutti: chiedo scusa per non aver risposto singolarmente ad ognuno di Voi, ma Vi assicuro che Vi ho bene impressi nel cuore, sia che vi conosca, sia che non vi conosca personalmente o virtualmente.
Dai social mi hanno segnalato ulteriori attestati di stima per la “Chiari”, mi fa piacere condividere quanto vergato da Sara Vasè, che non conosco personalmente, ma che ringrazio di cuore: “Chiedo scusa se occupo un piccolo spazio, ma la professoressa Leide era la mia indimenticata insegnante di italiano alle medie. Ho fatto tesoro dei suoi preziosi insegnamenti. Una donna davvero speciale. Ci ha seguito con materna dolcezza. Porgo le mie condoglianze”. Così come mi fa piacere rendere pubblico, quanto mi ha scritto in privato, l’Avvocato Maria Sole Casari con la quale ho condiviso alcuni anni di Liceo, al Sant’Orsola: “Ciao Lele, ho appreso questa mattina la triste notizia. Ho pensato che avrebbe fatto piacere alla “signora Chiari” sapere come ne sono venuta a conoscenza: dal gruppo “cena delle medie” su WhatsApp, gruppo il cui profilo è una fotografia dei suoi ex-alunni scattata circa un anno fa. Pensa che ci troviamo ogni anno a marzo per una cena e non vediamo l’ora… Il merito della nostra vera amicizia è proprio di Tua madre: ci ha voluto bene e ci ha guidati verso l’età adulta. Mi colpisce ogni anno il fatto che una nostra compagna custodisca sempre nel portafoglio la poesia che la Chiari ha scritto per noi alla fine della terza media nella quale ci assicurava che ci avrebbe accompagnato per tutta la vita: e così sarà, ora davvero per sempre…Un abbraccio. Maria Sole”. Proprio a Sole, che ha una bella penna, ho chiesto di scrivere per StadioTardini.it un ricordo a nome di tutti gli scolari. Per tener vivo il ricordo di mia madre. E lancio loro una proposta. A quelli della mitica 3B. Il prossimo ritrovo di marzo mi piacerebbe fosse completato da un reading, magari dinnanzi alla cappella di famiglia a Marore, delle sue poesie. Magari dopo aver raggiunto il cimitero in bicicletta. Magari “aprendo” anche ad altri volessero partecipare. L’idea mi è venuta ieri ed è ovviamente da perfezionare, però penso ci si possa lavorare attorno.
Ringrazio anche i colleghi della Gazzetta di Parma che hanno avuto la sensibilità di dedicare uno spazio importante a mia mamma: alla direzione che ha avuto l’idea e a Monica Tiezzi che ha saputo condensare in quelle righe il senso di una intera esistenza. Grazie anche a chi ha utilizzato il giornale locale per condividere il dolore attraverso il necrologio. Grazie a Jessica e a papà (tifosissimi gialloblù) di Onoranze Funebri Sant’Ilario per il professionale, ma amorevole servizio nell’accompagnare Mamma nell’ultimo viaggio terreno. Se domenica scorsa, pur con la morte nel cuore, sono venuto al Tardini è stato anche grazie a lei che mi ha spronato: determinante, poi, l’aver appreso che la squadra sarebbe scesa in campo con il lutto al braccio (per il minuto di silenzio Vi ha già spiegato l’ottimo Luca Russo com’è andata, malgrado la volontà forte della società e i passi mossi in quel senso). Proprio all’Ennio ho potuto apprezzare l’umanità dei giocatori che con una domanda o con un semplice cinque mi hanno dimostrato tutti la propria vicinanza, dopo che il Mister Apolloni e il Capitano Lucarelli mi avevano prima fatto le condoglianze. Vedendomi al mio posto, nonostante il lutto, Cristiano Antonino di Rosso Parma ha cinguettato – aggiungendo una mia effige con Apolloni su Istagram –
Grazie anche a chi, medici, paramedici, etc. hanno cercato di fare del proprio meglio durante l’ultimo mese di calvario. Spero di non essermi dimenticato nessuno: ma anche chi non ho citato e in queste ore ha avuto un pensiero per la Leide sia raggiunto dal mio Grazie. Gabriele Majo
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