PETALI AL VENTO
PREFAZIONE
di Laura Caprio
Il “mestiere” del poeta è chiedersi il perché delle cose. Chi scrive versi indaga sui motivi profondi dell’esistenza, scandaglia il dolore, lo affronta, lo rielabora e lo trasmette al lettore con una chiave interpretativa ogni volta diversa. La situazione più difficile da sopportare per chi è “baciato dal fuoco” è il costante senso di solitudine, la coscienza di essere “altro” dal mondo che ci circonda, profeti, pazzi, o persone che vivono di rimpianti e d’illusioni. L’angoscia attanaglia chi ha il coraggio di porsi domande sul senso delle cose. E questo dolore è assoluto, indivisibile: nessuno può partecipare alla solitudine del poeta, né alla sua rivolta esistenziale. L’anima si piega e annichilisce sotto la cappa pesante della malinconia. A volte l’incontro con l’altro, l’amato, concede un po’ di luce nel buio dell’esistenza, pare d’intravvedere la fine dell’oscuro tunnel della solitudine, e la poetessa può scrivere: “tutto il / mondo ride se incontro te”, ma “il mio amico più vero / è un foglio bianco”. Ma anche l’amore, come scrisse Leopardi, è “l’inganno estremo / ch’eterno io mi credei” e. dopo una breve pausa d’illusione, la realtà torna a tormentarci. La scrittura è quindi il vero referente dell’Autrice, che trova nell’espressione poetica la consolazione alle amarezze del quotidiano, il sogno ad occhi aperti, lo spazio tutelato della lirica che dà un senso alla nostra vita, a questo doloroso passaggio sulla terra, in attesa di un ultimo approdo.